Oltre 100 reperti e manufatti per spiegare al pubblico dell'Estremo Oriente la storia e la vita di Marco Polo, suo padre Niccolò e suo zio Matteo. In occasione dei 700 anni dalla morte di Marco Polo, al 9° piano del Museo Nazionale Chinggis Khaan di Ulaanbaatar, in Mongolia, prende il via la mostra “Marco Polo, Qubilai Khan, and the Mongols”, dedicata al famoso viaggiatore veneziano. L'esposizione, visitabile fino al 15 gennaio 2025, è organizzata in collaborazione con il Ministero della Cultura, dello Sport, del Turismo e della Gioventù della Mongolia, l'Ambasciata d'Italia in Mongolia e il Dipartimento di Studi sull'Africa e sull'Asia Mediterranea dell'Università Ca' Foscari di Venezia.
Il grande esploratore Marco Polo nacque a Venezia nel 1254: da qui, partì per l'Oriente e ricoprì la carica di fidato emissario estero dell'imperatore Qubilai Khan per ben 17 anni, dal 1272 al 1289. Mentre lavorava come ambasciatore, Marco Polo imparò moltissimo sulla vita, i costumi, la morale e la religione dei popoli nei numerosi Stati della dinastia Yuan. Tutte queste conoscenze accumulate durante gli anni in Asia confluirono successivamente nella sua opera più famosa, il Milione, che ancora oggi risulta essere un'importante risorsa per la ricerca scientifica in geografia, storia, antropologia ed etnografia.
All'interno della mostra speciale “Marco Polo, Qubilai Khan, and the Mongols”, allestita al 9° piano del Museo Nazionale Chinggis Khaan di Ulaanbaatar, si possono trovare esposti oltre 100 reperti che ricostruiscono la storia e la vita della famiglia Polo, la loro attività in Oriente e il rapporto con i popoli delle regioni mongole dell'epoca. Tra questi, il più prezioso è senza dubbio una mappa 1x1, disegnata nel XIV secolo con al centro la dinastia Yuan, conservata in una biblioteca italiana, che continuerà a essere conservata nel Museo Nazionale Chinggis Khaan.
Ad inaugurare la mostra, il 15 novembre, il direttore del Museo Nazionale Chinggis Khaan, S. Chuluun, che nel suo discorso ha rimarcato come Marco Polo abbia avuto un ruolo fondamentale nel diffondere la storia dei Mongoli nel mondo, soprattutto in Europa. "Grazie a lui, la gente ha conosciuto il popolo nomade dell'Estremo Oriente. Nessuno può mettere in dubbio che gli appunti di quest'uomo siano diventati una risorsa importante per promuovere la storia della Mongolia nel mondo. La mostra intende presentare l'impero mongolo e la dinastia Yuan attraverso gli occhi e la mente di un esploratore del XIII secolo. Leggere gli appunti è una cosa, ma vedere ciò che si è letto con i propri occhi, ricordare e catturare le proprie impressioni è altrettanto importante”. Inoltre, ha sottolineato come gli organizzatori cerchino di mostrare come le armi e gli oggetti utilizzati all'epoca di Chinggis Khaan, così come lo stile di vita nomade e le tradizioni di quell'epoca, si siano conservati fino ai giorni nostri, così come vengono rappresentati negli scritti di Marco Polo e nei mongoli di oggi.
Speciale il contributo dell’Ambasciata d’Italia a Ulaanbaatar, che assieme al museo Chinggis Khaan e all’Università Ca’ Foscari di Venezia, con il patrocinio del Ministero della Cultura, Sport, Turismo e Gioventù della Mongolia, e il sostegno dell’Istituto di Cultura Italiano a Pechino, del MAECI e del MIC, ha dato la possibilità ai visitatori della mostra di vivere un’esperienza immersiva in realtà aumentata, mediante dispositivi indossabili, che consentono di ripercorrere il viaggio di Marco Polo. All'inaugurazione della mostra hanno inoltre preso parte Stefano Trovato, Direttore della Biblioteca Marciana di Venezia, la professoressa Elisabetta Ragagnin, curatrice della mostra nonchè studiosa mongola e docente di mongolo all'Università Ca' Foscari di Venezia, Giovanna Piccarreta, Ambasciatore straordinario e plenipotenziario d'Italia in Mongolia, e altri funzionari.
L'esposizione “Marco Polo, Qubilai Khan, and the Mongols” rimarrà aperta al pubblico nella sala espositiva del 9° piano del Museo Nazionale Chinggis Khaan dal 15 novembre 2024 al 15 gennaio 2025.